Tempo di muoversi

gennaio 28, 2008 at 5:06 PM (Impegno, politica, Sociale)

Gli ultimi avvenimenti occorsi hanno dimostrato una volta di più la pochezza e lo squallore della nostra classe politica.

Mi rifiuto di continuare a essere rappresentato da persone di tale fatta, secondo i presupposti della ricerca del prestigio e del potere personali piuttosto che del bene comune, obbedendo a un (mal)celato culto dell’individualità piuttosto che della totalità.

Difetti probabilmente atavici e ostinatamente e tenacemente perpetuati continuano a creare circoli viziosi, multicentrici, che occorre cominciare a spezzare.

Secondo la mia opinione, bisogna agire su due versanti.

Il primo, generale, è quello della moralità e della coscienza di ciascuno, perché è inutile rinnovare se i principi strutturanti, che stanno a monte o nel profondo a seconda dei modi di esprimersi, rimangono i medesimi.

Il secondo è quello politico e sociale, e qua vorremmo ora tentare di muoverci, sensibilizzare, proporre.
Anche solo per farci sentire, utilizzando questo strumento del blog che potenzialmente rappresenta il massimo della democraticità.
(E ovviamente l’iniziativa è aperta anche a chi un blog non lo ha.)

Per questo, segnalo intanto il posto da dove tutto quanto è nato.
Quindi fornisco l’indirizzo ufficiale per questa iniziativa, dove chiedere, informarvi ulteriormente e soprattutto partecipare: blogaction@gmail.com.
Da ultimo, ma più importante, questo è il neonato blog(action) dove trovare più informazioni e confrontarsi apertamente. Partecipatevi!

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Edit

settembre 26, 2007 at 7:25 am (merdate, Sociale, Squallidume)

La Edit è una meravigliosa azienda di servizi editoriali.

La Edit fa i libri. Collabora alla loro progettazione, segue il loro nascere e svilupparsi, tratta con gli autori e gli editori, e poi legge, impagina, corregge, uniforma…
Questi libri sono di tutti i tipi, compresi testi scolastici e universitari.
Incluse traduzioni.

Non so se sapete come funziona oggi il mondo dell’editoria. Quello del lavoro, di certo, non gira benissimo.

C’è questo grosso testo in inglese, impegnativo e importante.
C’è questo dialogo fra il responsabile che se ne dovrebbe occupare e la persona addetta all’organizzazione interna del personale. Praticamente un monologo.

Abbiamo innanzitutto bisogno di un traduttore, dice, ho fatto delle telefonate e mi sono stati richiesti 50 o 35 euro a pagina. (un prezzo del tutto ragionevole, per dei professionisti che fanno buone traduzioni)
Accompagna queste cifre con uno sguardo che non abbisogna di aggiunte.

Poi ho continuato, prosegue, e siamo arrivati a 15 o 12 euro a pagina. (tipico prezzo di chi fa un lavoro in fretta, senza andare troppo per il sottile, ma tutto sommato ancora decente, soprattutto nel caso si peschino persone serie che in qualche modo devono pur vivere)

Il fatto però è che io questi soldi non li ho nel budget.
Dobbiamo trovare qualcuno che lavori a meno, tipo 8 euro. (agenzie apposite che distribuiscono il lavoro di uno stesso libro a varie persone, a pezzi – con conseguenti difformità di stili. Oppure, professionista che usa il traduttore automatico di Word, e poi aggiusta qua e là, forse)

E dopo dobbiamo affiancargli un redattore bravo, attento e scrupoloso, per mettere per bene a posto il testo. (in sostanza lo schiavizzeremo, anche perché non gli possiamo dare più di 5-6 euro a pagina, scritta però più fitta di quella tradotta dal traduttore: che non sono pochissimi, ma lo diventano rispetto al lavoro improbo)

Chi saranno i fortunati? Chi arriverà ad accontentarsi, contribuendo a deprezzare il resto della categoria?

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